La Fondazione di Livorno in Undici Capitoli
CHI SONO DUNQUE I LIVORNESI? Chi è questa gente così strana che, pur vivendo in Toscana, di toscano infine ha davvero poco? E perché nei loro modi d’espressione e di comportamento i livornesi – il popolo livornese – si manifestano così insofferenti di regole e rispetti, così convinti in ciò d’essere i migliori al mondo?
«Strizza strizza, all’infòri de’ livornesi cosa ci resta ar mondo? I pisani, i fiorentini e i lucchesi. Che se li porti ar mare, a’ pisani ni ci vole ‘r sarvagente, i fiorentini fanno le bomboline e i lucchesi restano a casa a risparmià. Perché noi siamo i più ganzi, e di ‘he razza!
L’artri dìano una razzaccia, avanzi di galera portati sulli scogli dai fi orentini a abbadanni ‘r mare, che oggi c’è sortanto bussoli e bottino ma a que’ tempi c’era un fottìo di pirati affriani, detti Mori da tant’eran neri, che a Livorno ni ci feciano un monumento a quattro di loro tutti ‘ncatenati e così ‘mparavano che ‘n casa de’ ladri ‘un ci si ruba!
E s’un ci s’era noi, a que’ tempi, poveri fiorentini! E poveri anche i pisani, che loro, s’un l’avvisava la Kìnzica (una topa ‘ncalorita che appena vedeva i mori da lontano si metteva a strillà tutta ‘ontenta), la facevano bellina la fine! Sicché dé, razzaccia quanto ti pare, ma fòri der nostro buo è fallo!
Lo sai ‘r proverbio? “Se ‘r mondo fosse un culo, Livorno sarebbe ‘r buo!”. Livorno càputte mundi, ‘nzomma, come dirrebbe ‘r papa!»
Mario Cardinali
(direttore de Il Vernacoliere)