In piazza Roma, a Livorno, finiva la città marinara, con tanto di Porto Industriale e Cantiere Navale ed aveva inizio la periferia costellata di case coloniche. Era l’otto Giugno dell’anno 1920, l’estate stava per sbocciare e gli odori, il canto degli uccelli e le vesti leggere delle donne, mettevano allegria. Il Commissario si decise a dare la prima passata di rasoio e, fischiettando, intonò l’aria ‘Schiocca la frusta’, della Cavalleria Rusticana. Era allegro, gioviale, quasi felice, di tanto in tanto posava la sua attenzione alla sedia da camera, dove era stato messo in piega un vestito nuovo di lino grinzoso, color panna, che assieme alle scarpe bicolori, comprate il giorno prima, la camicia bianca in cotone leggero ed il fiocco blu, sarebbero stati l’abbigliamento per quella sera. Alle ore ventuno, infatti, avrebbe fatto visita a casa Paciotti, in via Ricasoli, dove l’attendeva Ada, la florida ed avvenente ventenne, a cui dava il filo da tre mesi.