I ragazzi che avevano fatto parte delle squadre di calcetto salutarono in coro: “Ciao Henry!”. Lui fece segno con le mani di fermarsi. Così si avvicinò per salutarli: questo omone di quasi due metri, con mani e braccia lunghe, ne abbracciò più che poté, sembrava un’aquila che con le ali enormi volesse proteggere tanti aquilotti.
In queste pagine si raccontano ‘mille storie di ragazzi’ vissuti in un paesino rurale della Sardegna, il cui nome non verrà mai menzionato nel libro. Sebbene il racconto inizi nella primavera del 1940 l’autore non intende raccontare quello che fu il regime totalitario ma frammenti di leggende contadine, intrecciati a fatti realmente accaduti, rimasti nella sfera privata e mai conosciuti al di fuori dell’ambito locale.